Il paese dei libri

Paese dei libriSono stato a Hay-on-Wye qualche tempo fa e ne ho un ricordo talmente vivido come pochi luoghi mi hanno ispirato. Un piccolo paese fatto di libri, diventato “principato autonomo” per volere di un vecchio libraio del luogo, con tanto di balzello (simbolico) da pagare quando si attraversa il fiume Wye per passare dal Galles all’Inghilterra. Tornato a casa, per un classico caso di serendipità, mi sono imbattuto nel libro di Paul Collins che mi ha fatto rivivere quei momenti.

Paese dei libri

Paese dei libri

Pauline

PaulineIl cartello recita: “Pauline Bordeaux, copiste au Musée du Louvre”. Ho incontrato Pauline in Saint-Germain-des-Prés; era un pomeriggio di agosto e, nonostante il caldo, lei era fresca come una rosa. Sempre intenta a sistemare i suoi disegni con l’aiuto di mollette da bucato, appoggiati a un drappo posto su un paio di sedie. Dietro, il carrello della spesa completava il suo atelier mobile. Per quindici euro vendeva piccole riproduzioni di quadri o loro dettagli; ma la vera bellezza era lei e il suo sorriso.

 

Pauline

La panchina

Sono sempre stato preso in giro per la mia attrazione verso le panchine. E non è solo una questione di età per la quale queste rappresentano il luogo di riposo ideale. Ci sono panchine che invece rappresentano un’idea del mondo, un modo di vederlo e di essere. 

Si, è vero, a Parigi, con un ginocchio gonfio, sono passato da una panchina all’altra, subendo le ilarità della famiglia che però non considera una cosa: generalmente, le panchine vengono poste in luoghi che valgono la pena di essere osservati; dove occorre dedicare tempo e sguardi.