La Gara

“Oooh April, come she Will!”

Il marmocchio canticchia una vecchia canzone mentre a piedi scalzi e con indosso solo un paio di pantaloni logori e una polo che aveva visto tempi migliori si dirige verso il laghetto ai margini del paese, luogo prediletto per i suoi giochi e che frequenta appena ha un momento libero dallo studio e dalle faccende della fattoria.

Wilbur, così si chiama, è il classico ragazzino di campagna scapestrato, un professionista nel mettersi nei guai, sempre con la mente rivolta alle farfalle anche quando nella scuola elementare la maestra Oldwitch spiega la lezione del giorno. Will però non si interessa solo alle farfalle anzi, la sua attenzione è rivolta anche ad una particolare farfalla seduta due banchi più avanti e che guarda sognante ogni volta che la maestra volge lo sguardo altrove.

La ragazzina è una meraviglia ma quello che attira Will è soprattutto il suo carattere forse poco femminile che le è valso il soprannome di Patty Skateboard per la sua sfrenata abilità nell’uso della tavola. Gli amici la chiamano Kate e ne hanno timore perché ha fama di essere un osso duro e i pochi che avevano osato sfidarla nelle corse o in giochi truculenti avevano avuto la peggio.

Va d’accordo solo con Will che tratta come un suo pari dalla volta che lui riuscì a batterla in una gara a perdifiato con lo skateboard. Da quel giorno anche lei, a scuola, talvolta si gira per vedere se l’amico la guarda e, quando capita, tra i due scocca una scintilla che vuole dire: “Oggi ti concio io e vedrai chi è il più forte!”.

E così, questo pomeriggio assolato della contea di Windsor sembrava il momento ideale per stabilire una volta per tutte chi fosse il migliore. Avevano deciso di fare le cose per bene, con tanto di testimoni e giudice imparziale. E’ così che i due mi hanno coinvolto distogliendomi dalla mia occupazione preferita: mangiare e rotolarmi per terra.

Vi sembrerà strano, ma per noi maiali la cosa è del tutto naturale; io poi ho una particolare predilezione per le cose fatte bene, forse sarò stato influenzato dal mio nome, Lord Hamilton, che infonde un’aura di autorevolezza e solennità. Gli amici però, in barba al mio fare austero mi chiamano Ham e io con benevolenza concedo loro questo privilegio e così ho fatto anche questo pomeriggio andando verso il laghetto all’appuntamento.

Per primo arriva Will in compagnia del suo migliore amico Buc, un grosso bracco di età incerta e andatura dinoccolata il cui nome in realtà è Starbucks per la sua nota passione verso il caffè e i fondi delle tazzine. Buc sarà il testimone di Will.

Dopo qualche minuto si presenta anche Kate portando in braccio il proprio testimone, King Size, un coniglietto nano dall’aria birbante e che tutti chiamano King. Appena messo a terra corre a cercare l’erbetta tenera e a poco a poco si inoltra nell’erba alta da cui non esce più.

“Siamo alle solite”, avrà pensato Buc avviandosi verso il prato con aria sconsolata e dal quale poco dopo esce con il coniglietto preso delicatamente per la collottola mentre ancora assapora un ramoscello saporito. Ora, con i due testimoni finalmente disponibili, possiamo iniziare la madre di tutte le competizioni, una giostra d’altri tempi per dimostrare a tutto il Vermont chi sia il migliore.

In realtà tutti gli abitanti della contea sembrano presi da tutt’altra attività, tanto che intorno alle rive del lago non c’è anima viva, se escludiamo le solite due oche un po’ sorde. La cosa però non infastidisce nessuno e la gara ha inizio in una nuvola di polvere che trovo particolarmente urticante e che mi dà la scusa per rotolarmi in una pozzanghera poco distante.

Percorrere tutto il perimetro del lago con lo skateboard lungo un sentiero dove spesso ne può passare solo uno per volta è considerato da tutti i ragazzi del posto una cosa impossibile, ma i nostri riescono a concludere la prova arrivando insieme al traguardo. Io maschero il mio stupore e mi pongo con tutta la mia imponenza di fronte alla linea di arrivo, appena in tempo per vedere i duellanti arrivarmi quasi addosso e riuscendo solo all’ultimo a contenere la loro irruenza.

Non c’è vincitore, negli occhi stravolti dei due si alternano pensieri di disappunto e di ammirazione. I testimoni ed io non possiamo fare altro che congratularci a modo nostro per l’ottima gara piena di ostacoli e la loro abilità che li ha portati alla fine davanti a me. E’ quindi con fare solenne che li dichiaro re di Windsor a parimerito.

Will, nonostante la stanchezza della prova, riesce a trovare un po’ di fiato e dice a Kate: “Sarai la mia regina!” mentre lei gli sorride radiosa.

Non c’è altro da aggiungere tranne le firme dei testimoni e del giudice: Buc King Ham.