Girare per Harlem in agosto rende quel posto surreale; troppo intriso di immagini cupe nate da racconti e film in bianco e nero, si presenta abbagliante e straniante. Strade deserte (i locali hanno il buon senso di stare in casa al fresco) frequentate da personaggi bizzarri la cui eleganza lascia senza parole.
Poi scendendo verso sud incontri un viale alberato e così fai pace con il mondo rovente e scopri un mondo quieto, dai ritmi pacati, dove la parola passeggio ha ancora un significato. Anche l’autobus della M1 sembra non prendersi troppo sul serio e mi regala l’ultima immagine di quel posto, scattata come sempre al volo.
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